Dopo la quiete la tempesta
Per quanto riguarda gli accertamenti fiscali, dopo un periodo di apparente calma - dovuto probabilmente ad una fase di ripresa post covid - nella quale il Fisco sembrava essersi limitato ad eseguire attività da remoto, incrociando dati e rilevando incongruenze (molti di voi avranno ricevuto note di rettifica o richieste di chiarimenti, spedite in automatico dai sistemi dell'Agenzia delle Entrate), gli accertatori ritornano nelle aziende a svolgere i controlli e le verifiche di routine.
Con l'introduzione della fatturazione elettronica, la tracciabilità dei pagamenti e vari sistemi automatizzati di verifica, oltre al monitoraggio di molte operazioni, difficilmente i flussi sfuggono al controllo automatizzato del Fisco. Di conseguenza, l'attività di verifica ordinaria e in presenza, ormai si concentra sull'individuazione di quei dati non noti e in particolare, nell’individuazione di operazioni inesistenti o addirittura antieconomiche.


Antieconomiche?
Si, in base al principio generale per cui un imprenditore svolge un attività di lucro per massimizzare i ricavi, ridurre i costi per ottenere il maggior guadagno possibile, i verificatori, anche se non individuano violazioni sostanziali, durante il controllo, ricostruiscono i costi e i ricavi di determinate operazioni tipiche della gestione e se emerge che non rispettano criteri di economicità imprenditoriale, possono arrivare (anche con molta facilità) a ritenere costi sostenuti non deducibili, classificandoli non inerenti o contestare maggiori ricavi se i prezzi di cessione o, meglio, applicati non forniscono i margini sufficienti a garantire gli utili adeguati.
Se vuoi approfondire la questione sotto l'aspetto tecnico, ti invito ad esaminare a pagina 19 di questo documento https://www.giustizia-tributaria.it/allegati/presunzioni_st_sett_antieconom_.pdf
che è relativo ad un seminario di aggiornamento del 2013 (ma tutt'oggi attuale), per i Giudici Tributari.
In realtà si tratta di qualcosa che c'è sempre stato, un pò accantonato dagli studi di settore e dalla giurisprudenza che si era formata, ma oggi tornato prepotentemente attuale e utilizzato sistematicamente.
Come difendersi? Vi sono vari modi, anche se devi ricordare che una volta che il Fisco esegue la contestazione, supportata da analisi della tua contabilità, a questo punto l'onere probatorio passa a te, perchè sarai costretto a giustificare quella operazione antieconomica e superare le presunzioni semplici riconosciute al Fisco.
Attenzione, perchè spesso accade che quella operazione antieconomica che ti viene contestata, apparentemente poteva non sembrava tale, anche per un tuo errore di valutazione. Il Fisco in tale attività, analizza e ricostruisce i tuoi costi, magari proprio con quell'attenzione che tu non avevi avuto.
Perchè ti dico questo? perchè magari nella tua routine quotidiana, potresti avere settori, reparti, articoli, dove stai perdendo e non ti accorgi e potrebbero fartelo rilevare gli accertatori con le relative conseguenze.
E’ chiaro ed immagino pure, che in una azienda ci possono essere anche delle politiche commerciali e di marketing, nelle quali alcuni prodotti vengono immessi sul mercato anche sottocosto, con lo scopo di far diventare in generale l'azienda più attrattiva o permettere di vendere altri articoli connessi che marginano molto di più.
Questo non è possibile? Certo che lo è, nessuno può permettersi di sindacare le tue scelte imprenditoriali, nemmo il Fisco. Tuttavia, devi tenere presente che ti puoi esporre alle contestazioni di cui ti parlavo, ma che puoi evitare, se sei in grado di giustificare l'operazione.
Quindi tieni d'occhio la tua marginalità e di ogni singola operazione. Dove hai fatto delle scelte particolari, pensa subito a un perchè ed ai relativi giustificativi, raccogliendo gli elementi di supporto, in modo da poter respingere, fin da subito, ogni tipo di contestazione.
Inizia a fare anche questo tipo di analisi preventiva.
Buon Lavoro
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